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La comunicazione in ambito sportivo e il ruolo dell’allenatore

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La comunicazione in ambito sportivo e il ruolo dell’allenatore

Nell’ambito del progetto di formazione del CONI di Livorno vengono anche proposte delle conferenze monotematiche di aggiornamento rivolte a tutti i tecnici che operano in ambito giovanile e nel Giocosport della provincia.

Uno dei settori riguardanti la Psicologia dello Sport, è il settore comunicativo, il quale si interessa non solo delle relazioni e comunicazione tra dirigenti, allenatori, tecnici sportivi, squadre, atleti ed altre figure di riferimento come medici, psicologi, massaggiatori, fisioterapisti ecc. ma si occupa anche delle relazioni e comunicazioni esistenti con e tra le famiglie, organi di stampa, informazione, sponsor e quanto altro.

Proseguendo si affrontano i principi generali della comunicazione verbale e non verbale e poi, nello specifico, viene affrontata la comunicazione in ambito sportivo tra l’allenatore e gli atleti, in particolare nel ruolo di insegnante, guida, modello… non soffermandosi sull’importante funzione della preparazione fisica ma sul supporto psicologico che ogni sportivo sente il bisogno di avere proprio perché l’allenatore, inevitabilmente, che ne sia cosciente o meno, è un punto di riferimento e un modello di identificazione per l’atleta…… che egli lo voglia oppure no!

Molto importante è insegnare ai bambini a CREARE ALTERNATIVE, favorendo così la crescita autonoma dell’atleta nella pratica agonistica che avrà da adulto, requisito fondamentale nella soluzione dei problemi che si generano durante le partite e nello sport agonistico in genere.

Infatti, lo sport giovanile ha senso se aiuta a crescere, poiché è indispensabile educare, quando si insegna sport.

Purtroppo, fino a pochi anni fa la pedagogia e la psicologia non entravano a fare parte della formazione dell’allenatore. Molti pregiudizi hanno tenuto fuori la psico-pedagogia dello sport e, tuttora, il dualismo psicologia- sport non è per tutti superato.

Tuttavia, le conoscenze attuali, indicano che l’apprendimento dello sport, da parte dei bambini, dipende fortemente dalla efficacia dei metodi utilizzati dagli istruttori e dalle loro competenze che li aiutano a migliorarsi:

  • ETICA
  • METODOLOGIE
  • CONTENUTI
  • CAPACITA’ COMUNICATIVE
  • CONSAPEVOLEZZA DEL RUOLO DEL SE’

L’allenatore è una figura molto importante nel processo di apprendimento dei bambini.

Che sia consapevole e lo voglia, oppure no, l’allenatore ha come priorità la capacità di educare attraverso il proprio modo di comunicare, fornendo stimoli, principi educativi e modelli di vita che influenzeranno e influiranno molto sulla vita dei giovani atleti.

I genitori dovrebbero agevolare e facilitare il rapporto tra i propri figli e l’allenatore senza contrastare, interferire o competere con loro, poiché possono trasmettere dei modelli efficaci attraverso i quali i bambini imparano a muoversi nel mondo. A tale proposito vengono proposti dei laboratori interattivi attraverso corsi sulla genitorialità.

Allenatori, dirigenti e genitori si devono riconoscere nei reciproci ruoli e competenze non interferendo o ostacolando il lavoro altrui ma creando una sinergia supportiva per il figlio-atleta.

Nel passato sono stati molti i pregiudizi della pratica sportiva e della formazione degli operatori sportivi. Lo Psicologo dello Sport ha un ruolo delicato nel definirsi negli ambienti sportivi. Per questo è importante sapere che il suo ruolo (vedi slide)

Il ruolo dello psicologo dello sport (slide 14 - dott. Claudio Cresti)

Il ruolo dello psicologo dello sport (slide 14 – dott. Claudio Cresti)

Non essendo scontato che una buona conoscenza della tecnica, o essere stato atleta in un determinato sport, sia una componente sufficiente nella pratica didattica da fare acquisire agli atleti, sembra utile aiutare tali professionisti, nella loro formazione, riguardo:

  • Sapere comunicare con efficacia in una relazione empatica con gli allievi, fornendo le istruzioni e le indicazioni più opportune, facilitando l’apprendimento, creando così un clima di lavoro ottimale.
  • MOTIVAZIONE: sapere motivare gli allievi attraverso un impegno costante in allenamento al fine del raggiungimento degli obiettivi dichiarati.

LA DIDATTICA

  • Sapere interpretare i bisogni degli atleti osservando e analizzando il loro comportamento, sia motorio sia relazionale.
  • PROGRAMMAZIONE: costruire situazioni didattiche favorendo un effettivo apprendimento, tramite una selezione di obiettivi di allenamento (facilitare l’apprendimento e correzione errore)
    – Facilitazione: apprendimento in condizioni appropriate per gestire la comprensione e l’attuazione del compito.
    – Correzione dell’errore e rinforzo: feedback e rinforzi nella correzione ed esecuzione del compito.
  • verifica e valutazione dell’efficacia dell’insegnamento per prevedere nuova programmazione

Sembra oltremodo utile elencare alcune differenze tra le competenze psicologiche che riguardano sia lo Psicologo dello Sport sia l’Allenatore.

 Competenze psicologiche (slide 15 - dott. Claudio Cresti)

Competenze psicologiche (slide 15 – dott. Claudio Cresti)

 Competenze psicologiche (slide 16 - dott. Claudio Cresti)

Competenze psicologiche (slide 16 – dott. Claudio Cresti)

Lo Psicologo dello Sport in seguito alla domanda posta dal singolo atleta, dallo stesso allenatore, dalla squadra o dalla società, interviene nel programmare un percorso di Mental Training, al quale, se vuole, può partecipare attivamente anche l’allenatore che, in seguito ad un apprendimento, gestirà autonomamente quelle stesse tecniche.

Tecniche di Mental Training (slide 17 - dott. Claudio Cresti)

Tecniche di Mental Training (slide 17 – dott. Claudio Cresti)

In Psicologia dello Sport l’approccio SISTEMICO RELAZIONALE è un paradigma fondamentale per gestire le situazioni più complesse riguardo l’impostazione e il monitoraggio che, in seguito, non necessariamente dovranno essere relazionali ma trattati con parametri tecnici opportuni.

A tal proposito viene esposta la teoria Sistemico Relazionale comprendente lo studio dei Sistemi all’interno dei quali vengono agiti i vari ruoli attraverso determinati confini. Sappiamo infatti che ogni atleta è immerso contemporaneamente in diversi sistemi e sottosistemi che continuamente interagiscono con lui come ad esempio la famiglia, gli amici, la scuola, la società sportiva ecc.

Sistemi in Psicologia dello Sport (slide 31 - dott. Claudio Cresti)

Sistemi in Psicologia dello Sport (slide 31 – dott. Claudio Cresti)

Successivamente vengono presentati gli elementi di pragmatica della comunicazione, applicata allo sport, uniti ai principali assiomi della comunicazione umana (Paul Watzlawik, J.H. Beavin, Don D. Jackson, 1967)

Infine il ruolo, la leadership e le caratteristiche che dovrebbe avere un buon allenatore, attingendo così alle risorse personali, le qualità comunicative e relazionali, al fine di sviluppare realmente adeguati skills di comunicazione verbale e non verbale con l’atleta, comunicare in maniera appropriata, saper ascoltare oltre che parlare e, soprattutto, comunicare con assertività. Qualità che sembrano utili, se non fondamentali, anche al di fuori del contesto sportivo, per tutta la vita.

Claudio Cresti: Docente/esperto della Scuola dello Sport del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) – Toscana

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